Saturday, April 5, 2008

Non volevo farlo

Ma oggi sono abbastanza ispirato. Quindi pubblico un mio piccolo racconto. Non mi piace di solito fare queste cose, quello che ho scritto non lo faccio leggere a nessuno, ma questo alla fine è abbastanza fuori di me e può essere letto. A voi. 

26Gennaio 2008

"Disteso su un prato, non di quelli belli che si vedono nelle pubblicità, ma con i colori dell' autunno, un erba malata. Ha funzionato tanto uguale, non mi interessava il prato ma il cielo. Era come un dipinto infinito che abbracciava il mondo, colori fantastici che neanche il più grande Botticelli sarebbe riuscito a mettere su tela e nemmeno a immaginare.

Ho girato lo sguardo, per una buona volta cazzo. E ho visto le alpi, le cime innevate, potevo toccare la ricca borghesia italiana che si dava da fare con la neve bianca. In mezzo lo smog, nel cielo e nelle teste, la pianura padana così arida e priva di ogni colore fantascentifico, solo grigio e grigio.

Poi mi sdraio, e guardo in alto. Inquinamento sonoro, non ci stava li in mezzo, in quella pace, ma ha attirato la mia attenzione. Guardo quel cielo così azzurro, striscie bianche, qualche nuvola e una ics...perfetto incrocio di traiettorie, allegoria perfetta della vita umana. Non siamo in fondo tante linee? Linee che ogni tanto si incontrano, collidono e condividono qualche punto, poi via separati in maniera inequivocabile come se niente fosse successo. Peccato che sul foglio della vita i punti di contatto rimangono all' infinito. Puoi fare anche finta di rimuoverli, o di averli già rimossi, ma sono stronzate da gente "adulta". No so se servono tre coordinate x,y,z per i punti di contatto...forse si..forse no. Forse la meno importante è la y, l' altezza. Non importa quanto si è alti cazzo. La x è l' ampiezza del tempo, ordinariamente poco dilungato..poi la z. La z che a scuola nessuno te la spiega con dovuta minuzia, forse perchè i prof sono stanchi, forse perchè vogliono tenere nascosto il segreto. La z è la coordinata più importante, infatti, rappresenta la profondità di questi punti di contatto, quanto ti sono penetrati dentro, giù fino al tricuspide.

Poi le linee svaniscono, si allargano, invecchiano, non hanno la minima parvenza della perfezione iniziale e nessuno se le ricorda più. Io quel punto però me lo ricordo. E' un pò come la mia luna, il mio pianeta personale, la mia stella polare, il mio cazzo di sole. E' sempre li, rimane, non fa la fine di tutte le altre linee." 

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