Friday, February 27, 2009

Invettiva N°1, chiamata "All' Italia"

Italia serva, luogo di dolore per la mia anima, nave guidata da un cieco timoniere nella gran tempesta, non più padrona di se stessa ma puttana di tutti. 
Noi, che ci muoviamo così svelti soltanto per aver sentito suonare il dolce inno in un verde campo da gioco e festeggiare le nostre vittorie; e invece i tuoi abitanti non stanno in te senza fare guerra, anzi si dilaniano fra loro, persino quelli che abitano nella stessa città.
Guarda misera i tuoi litorali cementificati, i tuoi monti scavati, le valli deturpate, le città degradate; guarda, per vedere se qualche parte di te vive in pace.
A cosa valsero due anni di Resistenza e di redenzione Civile, se la sella è di un falso cavaliere? La vergogna sarebbe minore se non esistessero leggi.
Gente di chiesa che dovresti essere obbediente al volere di Dio e lasciare che la Giustizia stia in sella e, se comprendi nel senso giusto ciò che dio ordina, guarda come questa bestia selvaggia è diventata ribelle perchè non governata dalla forza della Democrazia dopo che tu prendesti il vero potere. 
Democrazia, che abbandoni l' Italia diventata schiava e oligarchica, mentre dovresti guidarla cavalcandola, la giusta punizione scenda contro la nostra generazione, e sia tremenda e chiara, in modo tale che i nostri figli ne abbiano terrore. Perchè noi e i nostri padri ce ne siamo fregati, distolti dal mondo apparente, tale che il nostro paese restasse abbandonato in mano a criminali meschini. 
Venite a vedere la lotta fra centro e centrismi, fra estremità ed estremismi, uomini che ve ne fregate: i secondi già abbattuti, i primi d' amore e d' accordo festeggiano a gran voce. Venite stolti, venite e guardate la tribolazione della nostra penisola, voi soli siete e sarete la cura. 
Venite a vedere la nostra Roma che, abbandonata, piange e chiama giorno e notte "Giustizia, Costituzione Repubblicana, perchè non mi guidate?". Venite a vedere quanto si ama la gente! E se non vi viene nessuna pietà vergognatevi della vostra stessa vita. Perchè le nostre città sono piene di vegetali e ogni persona che entra in un partito si eleva ben presto ad uno status ultraterreno?

Italia potrei paragonarti a quella malata che non riesce a trovare una posizione riposante nel letto, ma cerca rivoltandosi, rigirandosi, contorcendosi sollievo al suo dolore. Al suo cancro. Italia, Italiani...svegliatevi. 

Thursday, February 26, 2009

Interminabile postfazione post esame

Bene. Si proprio bene. Eccomi qui. Sono sempre io, non sono  defunto e non ho neanche ricevuto l' estrema unzione. Sono qui per parlare (scrivere), per aprire possibilmente un dibattito fra me e me stesso, me e la mia mente, come se ce ne fosse bisogno. Cristo ce n'è bisogno, devo fare chiarezza. La chiarezza è qualcosa che a volte serve e a volte non serve, a volte è necessaria per la nostra sopravvivenza altre è totalmente superflua. Questa volta non è niente di tutto questo. Scrivo non per fare chiarezza ma per lasciare qualcosa alla mia mente volubile. Volubile come la mia punteggiatura e lo spazio fra queste righe. 

Il tema di oggi è considerato dai più una lamentela infondata, un parlare per dare aria ai denti, per sfogare tutta la mia rabbia e viziosità repressa. In realtà non è nulla di tutto questo, non sprecherei certo tempo prezioso a rispondere a personaggi faceti che dominano la scena della mia esistenza repressa e regressa. Comunque tornando al tema di oggi...il tema di oggi..il tema di oggi..il tema di oggi è l' Università, per essere più corretti l' Università Italiana. Ancora più corretti? L' Università di Parma, visto che la mia esperienza umana e vitale si sviluppa proprio in questa sede. 

Non mi piace essere subito troppo chiaro e diretto perciò partirò da lontano, da molto lontano. Il Medioevo, cioè l' era di nascita della vecchia Università. Università che almeno in apparenza ha mantenuto in crismi della bellissima corporazione maestro-studentesca che gestiva l' istruzione superiore, apparenza come detto...apparenza nei loghi e nelle diciture, apparenza nei motti, apparenza nei vestiti delle cerimonie di inizio anno, apparenza nel modo di salutare il MAGNIFICO Rettore. ALMA MATER STUDIORUM. Insomma avete capito di cosa sto parlando, di cosa vuole dire apparenza. Apparenza...apparenza perchè poi togli la pelle, guardi dentro al mondo universitario parmense e scopri un insieme di vegetali che sopravvivono per lo più bevendo caffè e progettando le uscite serali. O ad esplicare la vera funzione della loro presenza... l' attività di PR. 

Osservando il comportamento di suddetti elementi durante lo scorso anno accademico e quello tutt' ora in corso sono giunto alla conclusione che si dovrebbe abbandonare totalmente il modello di apparenza adottato e adattato dal mondo medioevale e utilizzare un qualcosa di più consono. Il modello imposto da Facebook. 

Facebook. Social Network. Rete di persone, di esseri sociali. Non è nulla di tutto questo e l' Università è tutto quello che Facebook invece è. La rete è stata sostituita da un' unica via, un grande boulevard poco alberato fatto di modelle e modelli che sfilano per 15 minuti di popolarità, forare lo schermo, bersagliare la bacheca, cambiare status, fare sapere anche al cugino d' oltralpe quante volte si va al cesso al di qua dei monti, capitalizzare ogni secondo di tempo con un click...entrare nella vita degli altri fregandosene degli altri per mostrare se stessi. L' Università è tutto questo? Davvero? Come? E' il farsi vedere, è l' intervenire a lezione sparando cazzate inutili e banali giusto per farsi vedere, è annuire anche quando non si ha capito un cazzo, è portare il libretto anche quando non si hanno esami e nascondere la foto perchè si è venuti male, è sentersi importanti perchè si ha in mano la lista degli studenti da esaminare, è venire vestiti come dei fottutti astronauti del cazzo per fare giusto un pò i fighi, è arrivare con l' Audi nuova e la Bmw di scorta, è studiare non per se stessi ma per il pezzo di carta che ti danno alla fine e il prefisso da appiccicare all' inizio del nome. E' tutta una rete degradata questa merda, degradata come il mondo di Facebook costruito da questi stupidi individui. 

Voi mi dite "cosa te ne frega?" "Non darci importanza"...sono un uomo sociale anche io cristo, da quando vive l' uomo cerca di adattare l' ambiente che gli sta intorno ai propri bisogni o di adattarsi ad esso. Siccome l' ambiente in cui vivo è questo posso permettermi  di criticarlo, anche duramente se è il caso. E lo faccio. Perchè io non mi adatterò mai ad uno scempio del genere. Perchè o lui si adatta a me o io lo denigrerò fino a portarlo al collasso. 

Dopo questo delirio di onnipotenza posso finalmente fermarmi, posso finalmente fare chiarezza...posso fare ordine in me.