Sunday, March 30, 2008

Il tempo si è fermato al Tempo


Avvertenza: Non è il solito post contro un famoso locale

Non so bene come iniziare, il ragionamento è abbastanza complesso o, più che complesso, contorto.
Mi sono permesso molte volte di giudicare il Tempo rock di Gualtieri e se volete lo giudico ancora: non è un locale che mi soddisfa. Ma non è questo il punto (come ho scritto nell' avvertenza). Ieri notte mentre ero seduto su quelle luride scale (che tutti [??] voi conoscete) mi sono fatto un bel viaggione, come si dice la nel ghetto assieme ai fra. Mi sembrava che il tempo (il tempo inteso ore, minuti, secondi) al Tempo (inteso come locale) si fosse fermato. L' entrata con quelle vetrine e la stessa roba dentro ormai da anni, gli spettacoli appesi li davanti che sono più o meno sempre gli stessi (mr.pig due volte all' anno, aether vision, i pezzi degli iron maiden sfusi, qualche gruppo pop-punk per far sbavare le ragazzine eccetera eccetera), la pista centrale e la musica sempre uguale, la sala per i tamarri, la sala per i metallari duri e puri e la sala per eventi più o meno edificanti. La gente? Sempre la stessa. Non ti puoi sbagliare, se vuoi incontrare qualcuno che hai conosciuto al Tempo e magari non vedi da anni....beh quella sera se decidi di rimettere piede a Gualtieri puoi star certo di beccarlo. L' unica cosa che è cambiata...no neanche il prezzo perchè i 5€ che risparmi all' ingresso li sputtani ovviamente con un cocktail. Tutto questo discorso per arrivare al dunque.
Ho capito che se devo fare un viaggio all' indietro, bello o brutto che sia, devo tornare li. Lo scopo di questo locale per me è diventato questo. Per questo ormai giudicarlo diventa superfluo, non ha più senso. Sappiamo tutti ormai com'è il Tempo, com'è la sua musica e com'è la gente che c'è dentro. Poi il mio viaggio potrebbe continuare, ho avuto altre visioni e per alcuni istanti mi sembrava di vedere scorci della mia vita da fuori, da spettatore totalmente inerme e meravigliato. E' stato come dire...in un certo senso bello. Forse non è così giusto vivere troppo nel passato ma siamo così sicuri di voler affidarci tanto al nostro futuro? Io non lo sono, per niente. Anzi.
Bene, il mio viaggio è finito..andate in pace!! 


PS Un bel vaffanculo a quel coglione che menava la sua ex (spero) tipa a cui aveva fatto le corna (probabilmente) e che era abbastanza disperata. Un vaffanculo anche ai suoi amici. E un vaffanculo anche a me. 


Friday, March 28, 2008

Ci stanno rubando la città

Stamattina mi sono alzato stranamente presto (9.30 circa) così, dopo tanti anni, ho deciso di fare colazione. Questo evento così mistico e raro ha bisogno di fondamenta solide per quanto riguarda il contenuto della colazione e il suo accompagnamento. Per il contenuto ho deciso di riempirmi una tazza di latte e immergere una buona quantità di Abbracci. Ah gli Abbracci. La parte bianca degli Abbracci è qualcosa che va al di la di ogni esperienza umana, è qualcosa che di mattino va gustata con la massima calma e operosità mentale. E con il contenuto ci siamo. Passiamo all' accompagnamento. Accendo la televisione e su Telereggio c'è un interessante trasmissione sul museo del Tricolore in cui sono raccolti vari documenti e oggetti riguardanti la storica bandiera nata a Reggio Emilia. L' accompagnatore narra delle incredibili imprese compiute dai cittadini Reggiani, decantate anche da Foscolo. 
Vorrei lasciar stare i soliti campanilismi all' Italiana, i patriottismi inutili eccetera eccetera. 
Mi piacerebbe invece parlare della mia città, città che qualcuno sta cercando di affossare, di cambiare, di trasformare secondo concetti che a Lei sono sconosciuti. 
Non è colpa dei politici, neanche dei vigili urbani e nemmeno degli extracomunitari. E' colpa di quella ridicola borghesia rossa e cattolica, che ti vota se sei ricco, vai in chiesa la domenica e hai una barchetta in qualche porto sardo. Questi cittadini della "Reggio bene" stanno affossando la città, la stanno distruggendo pian piano con i loro comitati inutili. Il comitato del "no al cesso pubblico di fronte a casa mia", il comitato del "no alle birrerie aperte dopo l' 1.oo di notte perchè alla domenica devo alzarmi per pregare Cristo nostro signore", il comitato del "no alla telecamera antitraffico", il comitato del "no alla raccolta porta a porta ma si a Bruno Vespa", il comitato del "no al traffico in centro", il comitato del "no al blocco delle auto", il comitato del "no alle isole pedonali", il comitato del "no alle auto in centro". E' da notare che un buon cittadino del centro storico d.o.c e d.o.p è iscritto a tutti questi comitati senza sapere il perchè. La parola comitato ha il suo fascino, questo è vero. CO-MI-TA-TO...TA-TO-CO-MI...è un pò come dire BUDINO o PARTE BIANCA DEGLI ABBRACCI. Fatto sta che questi personaggi abbastanza ridicoli si oppongono a qualsiasi iniziativa promossa dai politici o da enti di vario genere. Misteriosi cittadini reggiani (puri e duri difensori della razza a testa quadra) se ne stanno nascosti per secoli per poi spuntare fuori al primo piccolo cambiamento di fronte alla loro nobile residenza. Questi cittadini di sangue blu si lamentano degli extracomunitari presenti in Via Roma ai quali, probabilmente per farsi del male o non so cosa, affittano i loro appartamenti di proprietà, si lamentano dei pochi turisti provenienti dalla provincia ma poi vogliono tutto chiuso, si lamentano che tutto è chiuso ma non vogliono gente...insomma sono uomini forse un poco (ma poco poco) contradditori.
Reggio non è questa. Reggio è la città che apre le porte a tutti, che offre opportunità a tutti. E' la città dell' infanzia ma non può dimenticarsi della fase successiva, cioè l' adolescenza. E' la città che per prima in Italia si è proclamata Repubblica e ha introdotto i principi di uguaglianza, fratellanza e libertà. E' la città delle Reggiane e degli scioperi contro il fascismo e la guerra, è la città medaglia d' oro al valore civile. E' la città dei giovani morti per salvare la Repubblica Italiana. E' una città aperta che ha dato vita a menti illustri come D' Arzo e Spallanzani. I suoi paesaggi sono stati dipinti da Ligabue e il teatro Valli è stata la casa di tanti musicisti e attori importanti. Reggio Emilia è questa, non è quella che vogliono i suoi residenti. Perchè la volete uccidere? 

Thursday, March 27, 2008

Partenza e fuga

Partire così significa forse tradire un pò lo spirito del blog. Di eco-compatibile questo video non ha niente. Ma non per forza in questo blog voglio trattare di ecocompatibilità, anzi, non ne tratterò affatto. Più che altro vorrei trattare di compatibilità e basta. 
Partendo da questo video volevo dare sfogo alle vostre più remote perversioni in campo musicale, alle vostre ansie, alle vostre paure e alla non-serietà musicale. 
Sempre più spesso sento parlare di musica come di una "cosa seria". Partendo dal fatto che la musica è una delle arti maggiori (cazzo si vede che sono uno studente universitario di beni culturali) mi trovo un pò...boh...spaesato da questa affermazione. Certo la musica è importantissima per ognuno di noi, forse i primi ricordi che abbiamo della nostra infanzia sono proprio legati alla musica e più in generale al suono. Poi si cresce e la musica diventa sempre più parte di noi. Musica che ti ricorda bei momenti, musica che ti ricorda brutti momenti, musica che ti ricorda l' ipercoop, musica che ti ricorda la gita a Sabbioneta (classico di seconda media), musica che ti ricorda quella volta che hai fatto il primo tiro di sigaretta, musica, musica, musica, musica .... Ma in tutto questo la serietà dove sta? Credo che la musica sia la meno seria delle cose (arti) serie, proprio per questa sua capacità di estraniarci, di portare la nostra mente da un' altra parte, di farci tornare indietro, di spingerci tremendamente avanti. Tutto questo discorso per arrivare al video, antologia della non-serietà musicale, apologia di ignoranza pura e divertimento. Una presa per il culo? Forse. Anzi sicuramente...ma una presa per il culo un pò a tutta la musica perchè lei, la musica, sarebbe contenta di essere presa per il culo e ridere un pò della sua bellezza e della sua grandezza.