Monday, June 30, 2008

Spagna campione d' Europa

Ieri sera, 29 Giugno 2008, la Spagna è diventata campione d' Europa. Tutti lo sanno, anche quelli che come me si sono stra rotti i coglioni del calcio e di tutto quello che gli ruota attorno.
Ma mai come oggi riesco ad attribuire a questo Sport un significato così poetico e importante. Il calcio è la metafora della vita di un paese e dello stato attuale delle cose. La squadra che ha vinto rappresenta un paese che è esattamente l' opposto del nostro. Vedere Zapatero in tribuna ridere e festeggiare mi ha fatto godere come pochi, se non altro Berlusconi è rimasto a casa a pararsi il culo per i suoi 2000 processi. La Spagna sta vincendo. La calma, la voglia di ridere e di divertirsi, i tempi dilatati che fanno durare le giornate 24 ore, la musicalità della penisola Iberica stanno affossando tutti i tristi e grigi paesi europei..anche chi un tempo era invece maestro di questo stile di vita e ora si sta perdendo nei meandri della global-americanizzazione. Brutti stronzi. 
La nazionale Spagnola non ha vinto per caso...ha vinto perchè i giovani in Spagna sono una risorsa per tutti e per tutto. Per lo sport, per il lavoro, per la cultura e per la vita. Ora pensiamo al calcio ma la Spagna è diventata campione d' Europa nel basket pochi anni fa...sforna ogni anno campioni per il motomondiale, per il tennis e per tanti altri sport. 

Niente...niente da fare. Il gay pride di Sabato mi aveva ridato anche qualche speranza di cambiamento per la nostra vecchia, stanca e debole Italia....ma in realtà so benissimo che tutto è stato inutile e tutto in Italia è come questo caldo e triste Lunedì post bolognese. Siamo alla frutta. 

VIVA LA VIDA, MUERA LA MUERTE! 

Wednesday, June 11, 2008

Basta

basta cazzo mi avete rotto i coglioni voi e litigare per un freezer. Siete patetici, cazzo. 

Sunday, June 8, 2008

Solitudine cronica

L' ho scritto qualche tempo fa ma potrebbe andare benissimo per queste giornate

"Solitudine cronica. Questo è il titolo della mia giornata, o meglio delle mie giornate. E’ colpa mia? Forse. Anzi, sicuramente. Potrei fare tranquillamente finta di niente come fanno tutti, uscire, sparare stronzate, forzarmi per non essere me stesso e risultare simpatico e spigliato. Ma non sono così e non mi va di sembare un’ altra persona. Non mi faccio trovare, o meglio, mi faccio  cercare. E io cosa dovrei dire? Cosa dovrei fare? Farmi prendere per il culo un’ altra volta, l’ ennesima volta? Guarda che ho perso la fiducia in questi “grandi” sentimenti di cui tutti parlano e di cui tutti si sentono invasi. L’ amicizia, che cosa bella. Se fosse vera, si. Bellissima. Peccato che parliamo di un’ utopia, dell’ ennesima utopia in cui sono costretto a sperare e a specchiarmi. E’ dalle scuole materne che va avanti così la mia vita, uno un giorno è il tuo più grande amico e il giorno dopo non si ricorda neanche come il tuo nome. Quante volte è successo? E quante volte accadrà ancora?

Io ne ho pieni i coglioni, ne ho pieni i coglioni ok? E’ da quasi un anno che vago da solo nella mia solitudine, con qualche apparizione d’ accordo. Non ho ancora capito però se quelle apparizione si sarebbero mai manifestate senza la mia voglia, la voglia che esse comparissero. Questa domanda mi sta mangiando dentro, non la sopporto. Ogni giorno, ogni ora, ogni cazzo di secondo di una mia giornata di merda questa domanda mi si presenta davanti in tutta la sua freddezza. E io non so rispondere. Forse è per questo che mi sono chiuso in me stesso, forse è per questo che non ti/vi cerco, non riesco neanche a trovare me stesso (e neanche a cercarmi), come posso pensare di trovare qualcun altro?

La mia è una ridicola e goffa rincorsa alla ricerca di qualcuno con cui passare qualche ora, qualche minuto, qualcuno con cui passare qualcosa. Ridicola perché mi sembra sempre di essere l’ unico a volerlo, goffa per i miei modi…da bambino, da fottuto adolescente del cazzo in piena crisi esistenziale, che per farsi cagare deve gridare su qualche fottuto programma di messaggeria istantanea e cercare la parola di qualcuno che spesso non capisce proprio un cazzo di quello che ti passa per la testa.

Sono le 18.00, altro giorno passato in casa? Un altro giorno passato a fottersi il cervello con le solite cazzo di domande senza risposte? Forse si, forse no. Magari adesso qualcuno mi chiama e mi dice “Bella casot, ti passiamo a prendere andiamo a fare un giro poi tutti a mangiare qualcosa!”. Magari."

Thursday, June 5, 2008

In requiem del nostro paese

La chiamavano bocca nera 
voleva la vita, voleva la vita, 
la chiamavano bocca nera 
metteva la vita sopra ogni cosa. 

Appena scese alla stazione 
nel paesino di Sant'Ilario 
tutti si accorsero con uno sguardo 
che non si trattava di un' italiana. 

C'è chi la violenza la fa per noia 
chi se la sceglie per professione 
bocca nera né l'uno né l'altra 
lei voleva pace e amore. 

Ma la vita spesso conduce 
a evadere la legge italiana 
senza troppo indugiare se il cliente 
ha il cuore libero oppure ha moglie. 

E fu così che dal primo giorno dello sbarco 
bocca nera si tirò addosso 
l'ira funesta dei razzisti  
a cui aveva invaso il paese. 

Ma i razzisti di un"paesino" 
non brillano certo in iniziativa 
le contromisure fino a quel punto 
si limitavano all'invettiva. 

Si sa che la gente dà buoni consigli 
sentendosi come Mussolini a Palazzo Venezia 
si sa che la gente dà buoni consigli 
se non può più dare cattivo esempio. 

Così una razzista immigrato lui stesso
senza lavoro e senza voglia
si prese la briga e di certo il gusto 
di dare a tutti il consiglio giusto. 

E rivolgendosi agli stolti
li apostrofò con parole argute: 
"l' invasione della nostra terra sarà punito- 
disse- dall'ordine costituito". 

E quelli andarono dal commissario 
e dissero senza parafrasare: 
"quella schifosa è troppo nera
più di un pezzo di carbone". 

E arrivarono quattro gendarmi 
con i pennacchi con i pennacchi 
e arrivarono quattro gendarmi 
con i pennacchi e con le armi. 

La giustizia non è una dote 
di cui sian colmi i carabinieri 
e quella volta a prendere il treno 
l'accompagnarono volentieri. 

Alla stazione c'erano tutti 
dal commissario al sagrestano 
alla stazione c'erano tutti 
con occhi violenti e il bastone in mano, 

a insultare chi per un poco 
senza pretese, senza pretese, 
a insultare chi per un poco 
portò un' altra cultura nel paese. 

C'era un cartello giallo 
con una scritta nera 
diceva "Addio bocca nera
bruci in un forno o vada in galera". 

Ma una notizia un po' originale 
non compare in alcun giornale 
come una freccia dall'arco scocca 
vola veloce di bocca in bocca. 

E alla stazione successiva 
molta più gente di quando partiva 
chi mandò un fanculo, chi gettò un cazzo
chi si prenota per due schiaffoni. 

Persino il parroco che non disprezza 
fra un miserere e un'estrema unzione 
il male effimero del razzismo
la vuole espulsa dal paese. 

E con il sindaco in prima fila 
e bocca nera poco lontano 
si porta a spasso per il paese 
la colpa del corpo e del poco sapere.