Wednesday, December 15, 2010

siete tutti berlusconi

Perché contestate Berlusconi quando voi stessi siete Berlusconi? Combattete contro voi stessi, combattete contro berlusconi puttaniere quando voi stessi siete dei puttanieri e voi altre delle puttane. Spendete soldi su soldi per vestirvi bene e apparire come loro, frequentate posti che in tutto per tutto cercano di ricreare lo spirito carnevalesco delle feste estive sarde, ballate sulle note dei loro protetti e dei loro figli, il vostro sogno sono i soldi e la vita agiata, il divano di lele mora e il cazzo sbilenco di corona. Non nascondetevi dietro alla vostra apparenza da fattoni/alternativi/rastafariani/culani. Siete tutti uguali, stronzi. Se non aspirate ai soldi non vuole dire che non siete berlusconi. berlusconi è tanto altro e lo sappiamo, berlusconi è menefreghismo, egoismo, pressapochismo. Voi stessi non siete forse menefreghisti? Ah che belli i centrosocialari che si ergono a difensori della libertà e del bene comune per metterla nel culo al vicino di banco. Siete incoerenti come quelli che portano gli anfibi per andare in spiaggia. Volete amarvi, volete dare amore, ascoltate canzoni d’amore e scrivete poesie d’amore ma dell’amore non sapete un cazzo. Per voi l’amore è quello di berlusconi, ama se è ricambiato da qualcosa, ama se anche l’altro ama quanto ami tu, ama e non fare amare. L’amore è egoismo berlusconiano, egoismo del biscione, egoismo rossonero. Do tutto a te per non dare nulla agli altri. Mi prendo tutti i giocatori del mondo con un sacco di soldi così gli altri non vincono. Mi compro i parlamentari così ho la fiducia. Cosa dire poi di questi quattro sfigati che hanno venduto il culo? Ma voi cosa fate ogni giorno? Non voltate faccia come una suora che ha visto il cazzo di rocco siffredi? Non svolazzate come la bandiere in primavera sul ponte delle nazioni a parma? E allora di cosa vi lamentate? Scilipoti e tutti gli altri sono come voi solo che prendono un sacco di soldi per voltare la faccia. Voi? Voi cosa prendete? Prendete dei soldi? o prendete solo per il culo? Vi lamentate delle false promesse, dei programmi elettorali buttati nel cesso ma voi buttate nel cesso tutto ciò che avete detto il giorno prima e il giorno dopo lo ritirate fuori, sporco di merda, per riproporlo come la migliore cosa del mondo. Vi lamentate dei finanzieri infiltrati, della polizia che provoca ma voi stessi siete degli infiltrati nelle vite degli altri, vi infiltrate per reggere il gioco di chi sta reggendo il gioco in quel momento; pronti, nel momento opportuno, a recitare la parte del dimostrante o della forza dell’ordine. Avete i rasta e non sapete il perché, portate la kefia e non sapete cos’è, non sapete che cosa cazzo è l’ONU e neanche in che via abitate ma poi, sempre poi, inorridite di fronte alle interviste davanti a montecitorio di qualche programma televisivo. Avere o essere avere ma non sapete neanche coniugarli questi due verbi, non sapete che cosa vuol dire essere perché essere è troppo faticoso, troppe idee da tenere in conto, da consultare, toccare, rifiutare. Vi lamentate del grande fratello ma guardate tutti come pecore stronze il programma di saviano e fazio. Perché lo guardate? Perché quel programma ha fatto quello share? Essere cosa? Avere sì, avere qui avere la, avere il moroso e la morosa, avere gli amici, avere soldi. Mai pensato ad essere amico/a, amare, essere soldo per qualcuno, essere sé stessi, essere e basta? Parlate di tutto ma non sapete niente, siete come veronesi capo dell’agenzia nucleare, siete come benitez allenatore dell’inter, parlate a caso, sputate sentenze, alzate il dito, alzate la voce ma alla fine? Alla fine cosa volete davvero? Di cosa vi importa? Volete libertà, democrazia, tolleranza ma non ve ne frega un cazzo di essere liberi, non tollorate neanche voi stessi, non tollerate me e niente che sia a voi e alla vostra vita congeniale. Siete un paradosso continuo, berlusconi per voi è il paradigma, siete tutti suoi figli e probabilmente lo sono anche io. Anzi sicuramente.

Saluti

Friday, December 3, 2010

Sulla moda, il pop e la merda. Intervento di Gio Ponti su Domus (1928)




Riporto questo estratto da un articolo apparso su Domus nel 1928. Dovrebbe farci riflettere sul significato della parola moda e soprattutto sulle distorsioni che ci vengono vendute dalla nostra società, dove l'omogeneizzato è il cibo per i bambini e l'omologazione è il pasto per i grandi.


Non è il moderno di moda che mi interessa; è stato di moda anche il 'liberty', tutto è stato di moda e quelle che ci paion oggi le più brutte cose son anch'esse state di moda: l'accedere a una cosa attraverso la moda è la via più superficiale, irresponsabile, vile, indegna di noi. Un'altra cosa vi chiedo o vi dico come Architetto: non fatevi la casa (possiamo estendere il concetto di casa alla nostra vita, dico io) secondo la moda, ma secondo l'intelligenza e con un'amorosa cultura e un nostrano buon senso [...] essa non deve essere di moda, perché non deve passare di moda.


Gio Ponti, Domus, 1928

Wednesday, December 1, 2010

Villari in La Pittura Moderna




Per un attimo stacco la mia testa dallo studio e propongo qui sopra un intervento di Villari comparso su Pittura Moderna. Dovrebbe risultare interessante, soprattutto se contestualizzato nel nostro qui-e-ora

"Noi abbiamo una meravigliosa disposizione alle arti del disegno, della quale facciamo uso ed abuso; ma per la più parte di noi esse sono un grande, uno splendido ornamento, se si vuole, ma non più che un ornamento della cultura nazionale [...] Il filosofo, lo storico, l'uomo di lettere le risguardano assai spesso come soggetto lontano dai loro studi, non più che un piacevole e nobile passatempo. [...] Ma v'è egli un dubbio al mondo che l'arte sia, con la poesia, la letteratura, la musica (aggiungo io) e la scienza, una delle forme che piglia la vita intellettuale d'un popolo?
[...] Osservo i quadri non solo per quel che valgono in se stess, ma come manifestazioni della cultura nazionale, come mezzi atti a promuoverla.
[...] Una lunga esperienza ha fatto capire che oggi l'industria non può più progredire senza il sussidio di due grandi forze: la scienza e il disegno. Lo studio dell'arte ha dunque un doppio vantaggio, perché essa si connette con la industria da un lato, e con la più alta cultura letteraria dall' altro. V'è egli una materia di pubblico insegnamento o di nazionale cultura che meriti maggiore attenzione?"

Villari, Pittura Moderna, 1884