Tuesday, May 25, 2010

Avevo un blog (forse)

Ecco, stasera è una di quelle sere che senti abbastanza lontana da poterci fare quello che vuoi. La puoi violentare, stuccare, limare, odiare, amare, la puoi aprire e sezionare, sputarci dentro, pisciarci sopra. Avevo bisogno di una sera così, una sera che comunque non avvisa mai e non rientra nei tuoi piani.. solo nei suoi.
Non la puoi chiamare al cellulare, non la puoi sentire tua ma la puoi solo percepire come qualcosa che c'è e che vive fuori dal tuo subconscio. Inconscia. Dissociata e dilatata. Calda, afosa, asfissiante, controproducente (ve lo dirò domattina), agitata e commossa, catarifrangente di tutta una serie di esperienze che hanno lasciato spazi pieni su di una vecchia rete.

Ecco cos'è questa sera. Questa sera è come un vecchio blog che vai a rileggere a distanza di anni (quattro), che credevi morto e sepolto, finito negli archivi di qualche cyberarachide americana, usato dai pirati del mondo libero per creare buchi spazio temporali.. e invece tutto è li. Sono li le parole che avevi scritto quando tutto era diverso e tutto ti sembrava, sinceramente, più vero. Forse eri ancora puro, forse eri splendida argenteria pronta per essere lordata da gente comune, villani, cyberpunk che cercano di sbancare il lunario attraverso lettere che solo quei fottuti luridi inglesi potevano piazzare li.
Non mi piacciono le foto ricordo, sono inutili e sterili. Le immagini non ce le ricordiamo più, è un dato di fatto. Ci servono archivi MILIONI DI ARCHIVI FOTOGRAFICI sulla nuvola perenne che ci avvolge (e sconvolge) per farci ricordare qualcosa. Ricordare? Non è che le foto garantiscono poi quell'atto partecipativo che ci piace tanto a noi sfegatati fans del PUBBLICO LUDIBRIO? Insomma fama e fame. Vediamo chi prima la spunterà fa queste due parole. Fama o fame. A cosa penseranno gli italiani fra 5 anni?

Detto questo è sempre un piacere vedere quello che ero (ed era) quattro anni fa. Il mondo è cambiato, Prodi non c'è più, i pallini verdi e viola non sono più così alla moda e nemmeno i truzzi con le paiettes. Ci sono però i FAKE ALTERNATIVE BOYZ from MILAN E BOLONGNA, probabilmente il peggio del peggio... se non altro non sono così cacovisivi ma una cagata in bocca gliela farei volentieri.

Poi, tornando al blog, c'era quel blog che ha chiuso i battenti con un disastro epocale, un periodo disumano che probabilmente ha avuto il suo illustre precedente nella fatidica giornata della bomba di Hiroshima, forse il giorno di Nagasaki. Ci fu poi effettivamente un periodo di distensione, tipo drole de guerre, ma ridicolo... e solo perchè ero in qualche macchina che cercavo dei cinghiali da scuoiare...

Poi il nulla.

Un'ultima considerazione, anzi due. Non sono ubriaco è la prima; la seconda è che se dobbiamo valutare il successo di un blog dal numero di visitatori e di commenti allora

Museelife 1 Blog ecocompatibile 0

La terza, e davvero ultima, considerazione è che museelife aveva più visitatori ed era l'allegoria della mia vita precedente, preHIRO o preNAGA. Ora che il mio blog è questo, spazio bianco per riempire di mia merda tutto quello che rimane fuori dal layout, il risultato non cambia.

Nessuno commenta.


Nessuno visita.


La mia vita finì quel giorno, Lunedì 2 Ottobre 2006. Ore 8.18

Saluti

Thursday, May 13, 2010

Ma gli applausi alla Guzzanti dove li mettiamo

Scusate ma perchè devo leggere dei siti inglesi o addirittura americani (la parte nord) per sapere di Sabina Guzzanti, di Draquila e degli applausi che si è presa a Cannes? L'Italia, seppur vicina alla terra delle palme e dei verdi campi dove corrono dadi, dove l'aria è resa frizzante da spruzzate di inebriante polvere bianca... l'Italia seppur vicina e seppur terra di famosi nazional(fasci)sti .. l'Italia... L'Italia sta muta. Muta! E allora mi accorgo che in Italia abbiamo inventato i tag molto prima del web2.0, che i Labels qui sotto sono merda in confronto al nostro sistema di schedare qualsiasi cosa, separarlo nettamente, tracciare linee e creare solchi.

Quando capiremo che in politica non occorre fare il tifo per nessuno, che l'arte non va toccata perchè se si tocca l'arte tutto finisce (e non parlo solo di bondies), che è inutile dire che tu sei di qui e l'altro per forza di la.. Quando?

Tagghiamo tutto, tutto quello che passa davanti ai nostri occhi è taggato. L'apple è di sinistra, winzoz di destra, il rock è di sinistra, l'house di destra... Gaber? Non vado oltre, tanto sappiamo dove andare a parlare.

Chiudo con offese. DOVE CAZZO SONO LE SINISTRE E I PERSONAGGI DI SINISTRA. Repubblica... Repubblica... che cazzo di giornale è.. "Gli interisti già in fila", "Robin Hood nelle sale", "il corpo della bionda Brooklyn". Ma scusate la Guzzanti? Una riga su Cannes? La stampa? Vabbè. Cota promuove la fiera del libro di Torino. Un analfabeta? Triste. L'Unità!!!! Si ecco la Guzzanti. Incredibile. Ok ma il mainstream? Il Corriere della Sera? Figuriamoci.

Che tristezza. E Bondi che dice di aver visto il film. E Bondi che parla di botteghino. Il botteghino per giudicare un film? Un film che verrà dato in 4 sale in tutta Italia?

Che cazzo di post questo.

Monday, May 10, 2010

I cassetti



Oggi ho svuotato un intero cassetto pieno di "cose". Ecco una lista (sommaria) del campionario di utensili creati dalla storia:

  • fogli di carta più o meno vergini
  • scatola da 100 pezzi di raudi c-1 quasi vuota
  • una tavoletta che ha partorito poi l'ipad
  • raccoglitori di appunti universitari
  • estratti conto
  • misteriosi fogli postali
  • foto sottoesposte
  • improbabili testi di canzoni
  • canzoni con testi improbabili
  • partiture di un'era fa
  • un numero di NME che puzzava di muffa con tutte le cazzo di "big thing" di allora che in realtà sono stati dei buchi nell'acqua CLAMOROSI
  • vari volantini di mostre/concerti/gay pride
  • adesivi
  • biadesivi
  • righelli
  • articoli di giornale dove si parlava di uno stupro (che non ho commesso)
  • articoli di giornale dove alcuni compagni delle superiori si lamentavano degli argomenti della prima prova della maturità (correva l'anno 2006)
  • inserti celebrativi del 15°scudetto dell'Inter
  • una strana spilla di David Suazo
  • pastelli
  • un blocnotes con riportate in copertina tre citazioni di tre cazzuti (in ordine: Che Guevara, Albert Einstein e Arthur Rimbaud)
  • dvd, probabilmente contenenti film porno
  • una scatola che conteneva sapone di marsiglia fatto con latte di asino
E'sempre esilarante aprire e chiudere questi cassetti, amplificatori di tempi passati, deumidificatori di umori perchè in sostanza quando svuoti un cassetto ti svuoti anche tu. E questo porta a delle conseguenze di vario genere che, probabilmente, conoscerete già. Non tutto è stato buttato. Non tutto è andato. Alcuni oggetti hanno trovato una nuova collocazione e questo significa, in poche parole, trovare una collocazione nuova anche all'interno del mio cervello. Delle cose dentro un cassetto in fondo sono perennemente in standby perchè, e questo mi pare chiaro, il cassetto che abbiamo a portata di mano si apre e si chiude molto spesso. Va da se che qualcosa uscirà durante queste aperture. In questo modo mi sono reso potentemente conto che ho archiviato. In sostanza, e faccio un altro esempio, è come spostare un file dal desktop del nostro pc ad una cartella sotto un'altra cartella che sta sotto ad un'altra cartella e così via. Fino al prossimo format che spazzera via più o meno tutto. Ecco si. Il fatto è che poi quei files che tu hai archiviato godranno di una seconda (o terza) ulteriore vita in quel momento (vero e sentito) in cui andrai ad aprirli.

Per questo archiviare, spostare da cassetti ad altro ha varie funzioni:
  • ridare importanza ad oggetti che erano caduti nella banalità
  • ridare importanza al presente
  • ridare importanza al ricordo
Pensieri in progress, fase 1, 10 Maggio 2010



Friday, May 7, 2010

Testamento in memoria di [me stesso e anche il resto]


New blood joins this earth
And quickly he's subdued
Through constant pained disgrace
The young boy learns their rules

With time the child draws in
This whipping boy done wrong
Deprived of all his thoughts
The young man struggles on and on he's known
A vow unto his own
That never from this day
His will they'll take away

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never be
Never see
Won't see what might have been

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never free
Never me
So I dub thee unforgiven

They dedicate their lives,
to ruining all of his
He tries to please them all
This bitter man he is
Throughout his life the same
He's battled constantly
This fight he cannot win
A tired man they see no longer cares
The old man then prepares
To die regretfully
That old man here is me

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never be
Never see
Won't see what might have been

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never free
Never me
So I dub thee unforgiven

[instrumental solo]

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never be
Never see
Won't see what might have been

What I've felt
What I've known
Never shined through in what I've shown
Never free
Never me
So I dub thee unforgiven

Never free
Never me
So I dub thee unforgiven

You labeled me
I'll label you
So I dub thee unforgiven

Never free
Never me
So I dub thee unforgiven

You labeled me
I'll label you
So I dub thee unforgiven

Never free
Never me
So I dub thee unforgiven...

Sunday, May 2, 2010

Le casse da morto hanno il loro. RUOLO

Stasera o stanotte, preso da una stanca voglia di rimanere sveglio, ho sentito il bisogno profondo di tramortire il mio mobile cervello con angosciose onde di sabbia scatenate da potenze esplosive. In poche lettere ho visionato "The Hurt Locker", celebre film di oramai due anni fa che portò Avatar fra i rottami dei cinepanettoni anni '80. Tipo TopGun per intenderci.

Sgombrando subito il campo da pretese poltiche, sociali, pacifiste e quant'altro mi viene spontaneo elogiare il film per almeno due motivi.

1) Non è in 3D
2) Non è stato lanciato da un hype durato almeno 15 anni

Ora capisco le ragioni del divorzio.

Al di là di questi dibattitimenti interni, che sono a dire il vero polemici verso chi "mangia" e "vive" di cinema (vedi Spielberg, ti piacerebbe coglione vedere tutti i cinema con il 3D), mi viene anche voglia di analizzare quest'opera.

Il mondo ideale senza sentimenti inventati dagli uomini per sfuggire alla morte è stato per la prima volta creato da tale Bigelow che nessuno si filava e ha filato fino alla notte delle statuette tumefatte. Provo sempre una certa tristezza per chi si affanna a creare mondi che copiano, in tutto e per tutto, il mondo in cui viviamo. Ovviamente in chiave idealizzata. Per questo mi sta simpatico (a) chi invece prende il mondo così com'è e lo presenta nella sua splendida veste infernale, lo da in pasto all'opinione pubblica che reagirà in maniera dubbiosa, che dirà le solite stronzate, che il mondo è bello perchè si ama, che la vita va vissuta, che il cristo è il nostro signore. NO. NO.

Questo è un film sulla morte, sulla disperazione, sul futurismo, sulle marionette, sul death metal, sulla follia, sullo schifo di società in cui viviamo, forse sulla ridicola ideologia neofascista. Produci. Consuma. Crepa. Che la rivoluzione stia crescendo laggiù in Iraq, fra i soldati di sua maestà America?

Cazzo guardatelo questo film e lasciate perdere i coglioni pseudo esperti di cinema che ancora guardano le cifre del botteghino per apprezzare un film o meno. Chi vince è chi guadagna di più. Non in Iraq, mi viene da dire, baby.


Che merda di post. Domani ci riprovo